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Vi sono luoghi della città che più di altri accolgono le diverse forme di adesione e di partecipazione alla vita collettiva, configurandosi quali ambiti esterni alla sfera privata e a quella del lavoro in cui si realizza la dimensione pubblica di una socialità tipicamente urbana. Nell'esperienza italiana ed europea lo spazio pubblico per antonomasia è la piazza, luogo di incontro "per tutti", aperto, libero e accessibile. Ma nel quadro delle trasformazioni che attraversano la città contemporanea, questa dimensione pubblica sembra non essere più una prerogativa dei luoghi di incontro tradizionali: sono spesso altri i luoghi percepiti e vissuti come "piazze", reinventati come spazi di interazione e di libera espressione di appartenenza sociale da alcune popolazioni particolarmente mobili. Il volume analizza tre città della Sardegna settentrionale, tre storie urbane diverse collocate in un'area geografica sospesa tra declino e rinascita, a partire dall'osservazione delle presenze e delle pratiche che ne determinano le diverse "alchimie" sociali. Ad Alghero si studiano i luoghi della città tradizionali trasfigurati dalla pressione del consumo turistico; a Olbia l'ambito di osservazione è un luogo "inventato" per il tempo libero e lo sport, tuttora in cerca di una vera vocazione pubblica; a Sassari si analizzano due ambiti al centro della città in cui usi e attraversamenti si incrociano, in un gioco continuo di incontri e disattenzione. Tre realtà tanto differenti ma simili nel rimarcare la centralità degli spazi pubblici nell'esperienza urbana contemporanea.